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Chi fa il SCN oggi?

Alla domanda abbiamo già risposto in base alla nostra esperienza personale, ma proviamo ad andare a vedere i dati ufficiali dal sito del SCN per capirne di più.

Nel 2014 (ultimo anno coi dati definitivi) i volontari attivati sono stati 14.637 in Italia, le domande però sono state circa 90.000!

Solo 1 su 6 ha potuto vivere questa esperienza unica nella vita. 90.000 a sua volta è però 1/6 dei giovani di una singola annata (considerando che ogni anno l'esame di maturità è sostenuto da circa 500.000 persone e alcuni non lo fanno perchè hanno terminato prima gli studi). Quindi solo 1 giovane su 36 ha fatto servizio civile. Il rapporto aumenta ancora se consideriamo che in media dal 2010 non è stato messo a bando un numero così alto di posti (nel 2013 in particolare meno di 1000 giovani hanno inziato il loro SC).

Circa il 50% delle domande è stata fatta al sud e nelle isole, il 28% al nord, il 21% al centro. Il 3% ha fatto richiesta per un servizio all'estero. I volontari attivati sono stati il 44% al Sud e isole contro il 32% del nord, portando almeno in parte a un riequilibrio fra domande e offerta.

La Lombardia pur essendo nettamente la regione italiana con più abitanti è solamente al terzo posto (staccata di quasi sette punti percentuali) come numero di ragazzi/e attivi/e: Campania 16%, Sicilia 13%, Lombardia 9%.  

Se andiamo a osservare la ripartizione per sesso notiamo come il 66% dei volontari sia donna (70% circa in Lombardia).

Ben il 93% dei ragazzi che svolgono il SC è in possesso di un diploma di maturità (59%), di una laurea breve (13%) o specialistica (21%). Solamente il 6,6% ha un titolo più basso. A questo proposito possiamo immaginare che il motivo possa essere ricercato in tre motivazioni principali: 1) chi ha una qualifica professionale o licenzia media lavora già e non vuole dedicare un anno della sua vita nel SC, 2) forse ha meno sensibilità per il Valore del SC, 3) nella selezione gli Enti dei progetti hanno preferito persone con un titolo di studio più elevato. Sarebbe interessante una ricerca sull'argomento.

Anche la ripartizione per classi d'età dei volontari è significativa: ben il 33% ha fra i 24 e i 26 anni mentre solo il 17% ha fra i 18 e i 20 anni. Questo può essere letto come il SC sia visto come una valida possibilità di formazione pratica dopo la laurea e probabilmente dopo un primo tentativo di entrare nel mondo del lavoro. 

Ripartizione dei volontari nei settori d'impiego: assistenza 60%, educazione e promozione culturale 24%, patrimonio artistico e culturale 11%, solo il 4% delle risorse è collocato nel campo ambientale o di protezione civile. Questo la dice lunga sulla filosofia che ha il SCN. Se da un lato è pienamente condivisibile focalizzare le risorse nel campo dell'assistenza, dall'altro mi viene da pensare a come mai si punti così poco sulll'ambiente e la protezione civile. Non è infatti una novità che il nostro Paese sia bisognoso di cure al territorio: i volontari del SC potrebbero fare molto. Chi fra gli Enti deputati a questo compito (parchi...) e lo Stato deve cambiare qualcosa affinchè questo diventi realtà?   

In conclusione sarebbe utile che almeno tutti coloro che chiedono di fare il SCN ne abbiano la possibilità. Magari si potrebbe mediare facendo fare a più persone 10 mesi invece che 12. Indubbiamente vedo molto miope una visione strettamente economica della questione.

   

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Risposte a questa discussione

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Ciao a tutti!!

A proposito della domanda "chi fa il servizio civile oggi?", si potrebbe rilanciare con "chi può fare il servizio civile oggi?" Vorrei quindi parlare dell'allargamento al Servizio Civile Nazionale alle persone non in possesso di cittadinanza italiana avvenuta dopo il ricorso di un ragazzo pachistano nel 2012.

Vi allego il comunicato stampa della Rappresentanza dei Volontari del Servizio Civile. In questo testo i Rappresentanti commentano il risultato della sentenza, sottolineando  come «la questione in gioco non fosse l’apertura o meno del Servizio Civile Nazionale ai ragazzi stranieri residenti in Italia, ma sia ancora oggi la riforma della legge sulla cittadinanza». Personalmente non avevo mai pensato alla rilevanza del SCN all'interno di un sistema di integrazione e che questo potesse il "pretesto" per incominciare a parlare di "nuova cittadinanza".

La cittadinanza è una condizione che lega un individuo e uno stato, e comporta diritti e doveri. Tra i diritti ci sono quelli civili come la libertà personale o l’uguaglianza di fronte alla legge, quelli politici come il diritto di voto o la possibilità di ottenere incarichi pubblici, e quelli sociali come il diritto alla salute e al lavoro. Tra i doveri c’è la fedeltà allo stato, che in certi paesi può tradursi nel servizio militare obbligatorio o, appunto, in SCN.

Può quindi il Servizio Civile essere un potente strumento di integrazione all'interno di un mondo sempre più internazionale? Si può ancora parlare di cittadinanza?

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